19 luglio 2010

Autunno






Quand’entro me scruto
cupo è lo sgomento,
d’osservar che v’è solo un sentimento,
ed un cuor che giace, muto
I volti che in esso vi riposan,
son le tombe del passato
ove le memorie vi dimoran.

Nascer sulle palpebre del sol vorrei,
e con l’argentea Luna svanirei,
troppo breve per amar,
ove non ci son immaginarie pareti
d’infelici ricordi e sogni svaniti,
ed un’anfora colma d’addii ad aspettar…

Vorrei che persin i sordi potessero ascoltar,
ed io anche sol per un istante
sull’ali della libertà, volar,
che la morte, della vita fosse l’amante,
e che tutta questa tristezza
fosse sol la fine d’una storia pazza.

In questo mondo
più parole per me non ha il vento,
e in questa vita senza sfondo
è della solitudine che l’abbraccio sento…
Anche i petali del mio fior a terra stan cadendo,
come il gelo e l’oblio questo volto stan avvolgendo.
Le mie orme dalla vostra mente,
inesorabilmente stanno svanendo,
sin che la dimenticanza
vuota avrà reso questa stanza,
ed il mio cuor ai vostri occhi, trasparente.


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