02 agosto 2010

L'orologiaio



Sul palco di questo teatro
milioni son gli attori,
rectian nel più greve dell’atro
e la morte, l’unico degli spettatori.

Essa s’un filo attende
Il cader del volto vuoto,
così il corpo alla terra lei rende
e lo spirito abbandonerà in un sogno ignoto.

Così brevi l’istanti concessi,
son solo fotografie d’un astro
senza titoli e senza nessi,
per ricordar non v’è più l’inchiostro.

               Del tempo fa le veci               
ma mai la mia storia ha conosciuto,
verrà occultato quel ch’io feci
e nell’ombra muto verrò lasciato.

Noi il tempo abbiam creato
cosa che sol Dio vede,
nei numeri l’abbiam incatenato
ma sol la morte lo possiede.