24 luglio 2010

Pietra del silenzio


Non vi saran fiori
sulla mia tomba, senza nome e senza data
solo flebili respiri
d’un anima oramai spirata.

Rumori, voci, note
fan parte dei ricordi,
compositori senza più dote
fan musica per sordi.

Persin la pioggia cade muta
su questa nuda pietra,
l’immaginazione lascia vuota
in questa poesia tetra.

Lapide che parirà dimenticata
il passato sarà fuggito,
e reso questa vita innominata
quando il tempo su essa si sarà posato

2 commenti:

  1. Mi è piaciuta moltissima l'immagine della "tomba senza nome e senza data": aggiungere l'elemento dell'anonimato alla morte ne accentua ancora più la tragicità. La frase che mi ha colpito di più è quella della seconda strofa, davvero fantastica. E' un insieme di ossimori, figura che ho sempre trovato originale: ricca di suoni seppure muti, impregnata di ricordi e passato seppure ci si ritrovi ormai dopo l'annullamento dell'identità che impone la morte. è come se il passaggio all'aldilà non fosse ancora avvenuto in pieno, ma anzi il "narratore" conosce il suo destino ed è rassegnato ad esso, in lui è già morto il mondo del cuore e delle passioni (fiori, anima, musica, immaginazione...) ma indugia ancora la componente terrena, consapevole del passato perduto. Davvero un buon lavoro!

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  2. Alla fin fine cosa se non il nome ci rende immortali? Certo non la data, però il nome credo di sì, solo che alle volte succede che si muore senza un nome e senza una data e si vien presto dimenticati, e succede che la nostra tomba viene ricoperta dalla polvere e dalla cenere, l'unica cosa che ci dona la dimenticanza (la polvere) ed il tempo, che brucia e lascia la sua cenere. Triste però affascinante non trovi?

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