Non vi saran
fiori
sulla mia
tomba, senza nome e senza data
solo flebili
respiri
d’un anima
oramai spirata.
Rumori,
voci, note
fan parte
dei ricordi,
compositori
senza più dote
fan musica
per sordi.
Persin la
pioggia cade muta
su questa
nuda pietra,
l’immaginazione
lascia vuota
in questa
poesia tetra.
Lapide che
parirà dimenticata
il passato
sarà fuggito,
e reso
questa vita innominata
quando
il tempo su essa si sarà posato
Mi è piaciuta moltissima l'immagine della "tomba senza nome e senza data": aggiungere l'elemento dell'anonimato alla morte ne accentua ancora più la tragicità. La frase che mi ha colpito di più è quella della seconda strofa, davvero fantastica. E' un insieme di ossimori, figura che ho sempre trovato originale: ricca di suoni seppure muti, impregnata di ricordi e passato seppure ci si ritrovi ormai dopo l'annullamento dell'identità che impone la morte. è come se il passaggio all'aldilà non fosse ancora avvenuto in pieno, ma anzi il "narratore" conosce il suo destino ed è rassegnato ad esso, in lui è già morto il mondo del cuore e delle passioni (fiori, anima, musica, immaginazione...) ma indugia ancora la componente terrena, consapevole del passato perduto. Davvero un buon lavoro!
RispondiEliminaAlla fin fine cosa se non il nome ci rende immortali? Certo non la data, però il nome credo di sì, solo che alle volte succede che si muore senza un nome e senza una data e si vien presto dimenticati, e succede che la nostra tomba viene ricoperta dalla polvere e dalla cenere, l'unica cosa che ci dona la dimenticanza (la polvere) ed il tempo, che brucia e lascia la sua cenere. Triste però affascinante non trovi?
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